Prima di adottare una decisione di investimento, è responsabilità dell’investitore, al fine di comprenderne appieno i potenziali rischi e benefici connessi alla decisione di investire negli strumenti finanziari, leggere attentamente la relativa documentazione di offerta (i.e., il prospetto di base, i relativi supplementi e i documenti incorporati mediante riferimento, le condizioni definitive e la nota di sintesi) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’Emittente e al Garante, se del caso, all’investimento, ai relativi costi e al trattamento fiscale, nonché il relativo documento contenente le informazioni chiave (KID) reperibile sui siti degli Emittenti dei prodotti finanziari citati. L’approvazione del prospetto di base non dovrebbe essere intesa come approvazione degli strumenti finanziari. L’investimento negli strumenti finanziari comporta, tra gli altri, il rischio di perdita totale o parziale dell’importo investito. Ove gli strumenti finanziari siano venduti prima della scadenza, l’Investitore potrà subire anche perdite del capitale. Nel caso in cui gli strumenti finanziari siano acquistati o venduti nel corso della loro durata, il rendimento potrà variare.
Ogni lettore è responsabile personalmente delle scelte di investimento effettuate con il proprio patrimonio.
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Quella in oggetto è l'affermazione che un noto esperto in investimenti finanziari ha fatto oggi su Linkedin.
Così continuava: ..Peraltro tolgono commissioni in fase di collocamento e patiscono l'illiquidità e lo spread bid ask che essa provoca in fase di quotazione e comunque il rischio di controparte.
Suo CONSIGLIO PRATICO: Gli investimenti è di buon senso percorrerli con indici di mercato a basso costo in asset allocation strategica... che con prodotti costruiti dall'intermediazione per venderli e trarne benefici.
Cosa ne pensate? Personalmente non condivido l'affermazione dell'amico di Linkedin, posto che da qualche anno una discreta porzione dei miei investimenti è in cetificati e i risultati sono più che soddisfacenti. Sono anzi del parere che migliorano la diversificazione, rispetto alla classica impostazione di un portafoglio Lazy composto da ETF Azionari, Obbligazionari e Oro, nelle molteplici diverse allocazioni, che peraltro apprezzo e rispetto.
Credo ci sia spazio per un approfondimento o una discussione. Ringrazio chi vorrà dare il proprio contributo .
Quella in oggetto è l'affermazione che un noto esperto in investimenti finanziari ha fatto oggi su Linkedin.
Così continuava: ..Peraltro tolgono commissioni in fase di collocamento e patiscono l'illiquidità e lo spread bid ask che essa provoca in fase di quotazione e comunque il rischio di controparte.
Suo CONSIGLIO PRATICO: Gli investimenti è di buon senso percorrerli con indici di mercato a basso costo in asset allocation strategica... che con prodotti costruiti dall'intermediazione per venderli e trarne benefici.
Cosa ne pensate? Personalmente non condivido l'affermazione dell'amico di Linkedin, posto che da qualche anno una discreta porzione dei miei investimenti è in cetificati e i risultati sono più che soddisfacenti. Sono anzi del parere che migliorano la diversificazione, rispetto alla classica impostazione di un portafoglio Lazy composto da ETF Azionari, Obbligazionari e Oro, nelle molteplici diverse allocazioni, che peraltro apprezzo e rispetto.
Credo ci sia spazio per un approfondimento o una discussione. Ringrazio chi vorrà dare il proprio contributo .
Non sono d'accordo con un metodo che crea categorie assolute con una semplificazione acritica.. per trovare soluzioni di investimento e non prodotti per la costruzione di portafogli che siano su quel che è la frontiera efficiente ovviamente sempre rapportata al profilo di rischio etc tutti i "prodotti" possono essere usati. I certificates rientrano a pieno titolo nella costruzione di un portafoglio efficiente con effetti positivi anche sul var di portafoglio e hanno una efficienza fiscale che gli altri strumenti non hanno. Poi su esperti e vari guru..mi astengo..
Boh! Estratti così dal discorso ho serie difficoltà a comprendere. (Oppure scrive male )
Chiaramente, di fondo, non posso essere d'accordo. Anche solo matematicamente.
A mio parere è un discorso complicato, non applicabile in senso assoluto ad ogni tipo di portafoglio.
Come ogni strumento finanziario i certificati hanno pregi e difetti.
Tra i pregi ci sono sicuramente l'efficienza fiscale e la possibilità di avere cedole più o meno costanti, anche in periodi di mercati in fase laterale o moderatamente discendente.
I difetti a mio parere sono legati ad una strategia di crescita del portafoglio a lungo termine. Un giovane che costruisce un portafoglio a lungo termine (prevalentemente azionario, ma anche obbligazionario) e con un orizzonte temporale almeno trentennale, avrà buone probabilità di veder crescere nel tempo il valore dei propri asset, mentre i certificati, essendo strumenti a scadenza, non contribuiscono in tal senso. C'è poi un fattore di rischio non trascurabile, legato principalmente al fatto che si tratta di strumenti a scadenza relativamente breve e basati su opzioni.
In conclusione ritengo che la miglior soluzione sia utilizzare i certificati in una percentuale idonea al proprio profilo di rischio e alla propria età:
ad esempio un sessantenne/settantenne, che non punta più alla crescita del portafoglio negli anni, ma preferisce un flusso cedolare corposo, potrebbe inserire una maggior percentuale di certificati in portafoglio, mentre un giovane potrebbe preferire azioni/bond pluriennali, etf o altri strumenti, magari utilizzando i certificati come asset strategici di bilanciamento fiscale del portafoglio.
Disamina molto ben argomentata e costruttiva. Condivisibile la distinzione tra un investitore giovane e un anziano, oltre all'utilizzo strategico dei certificati per la loro efficienza fiscale.